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Giorgio Armani fashion show SS 2020 |
ENGLISH EDITION - Milan Fashion Week ss 2020 tells the story of a junction between past and future in which new media have transformed the fashion week into a unique and fascinating set, in which Milan has become a film set of unimaginable size. Just as life is made up of sublime moments and theatrical ones, so fashion, with the power of social media, has reached a visual panorama in which it is difficult to follow a path. Just as in the sand it is impossible to see one's footsteps in the middle of a storm, so it becomes difficult to tell the story of a world that, in order to show itself and capture the attention, is playing it all out.
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Giorgio Armani fashion show SS 2020 |
It is then
explained why the Circus of the historical families, of the Togni or the
Barnum, has disappeared. In fact, there is no longer any need for it, because
the desire to marvel has disappeared, because the clown or conjurer has been
surpassed by those who, inside and outside the Dolce & Gabbana or Moschino
or Gucci shows, are celebrated every year.
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Giorgio Armani fashion show SS 2020 |
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Giorgio Armani fashion show SS 2020 |
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Audrey with Giorgio Armani and Maia Guarnaccia Ceo of Peter Pilotto |
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Peter Pilotto fasione show SS 2020 |
It is no
coincidence that among the stars and celebrities (who love it) there are
calibers like Rhianna and the English royal family, and it is no coincidence
that the Manzoni theater, temple of Italian theater culture, have welcomed it
with a show worthy of those who will make history. And if
these English have reversed Brexit, coming to confront themselves with Italian
fashion, it means that on the one hand they understand our ability to develop
the costume and on the other they want to come and win here in Italy to be
truly global.
Peter Pilotto with Audrey and her friend Tena |
And
certainly their fashion show was a moment of joy in which I saw again the joie
de vivre that smiles together with colors and the compositions of a young
couple like Dolce and Gabbana of the near future, mixed with the grace and
beauty of the first generation Missoni, who founded that Milan of fashion in
the 80s. In short,
for me this is a confirmation after I had admired their fashion show in London
last year, that I had appreciated for the "London" freshness of a way
of seeing fashion that was different from stereotypes.
And of
course I can't help but underline the beauty of Elisabetta Franchi's
collection, which perhaps represents the best side of this digital evolution of
fashion in which she herself, with her desire as a woman who lives in fashion,
manages to capture around her the true popularity of a market full of women
who, in spite of everything, want to live and show their femininity just like
their mothers and grandmothers who dreamed of dressing like Marylin or Sophia
Loren.
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Elisabetta Franchi Show SS2020 |
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Elisabetta Franchi Show SS2020 |
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The Plein Pink Party |
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The Plein Pink Party |
Audrey Tritto
Audrey World News
ITALIAN EDITION - Angeli su Milano - La Milano fashion
week SS 2020 racconta un punto di snodo fra passato e futuro in cui i new media
hanno trasformato la settimana della moda in un set unico e affascinante in cui
Milano è divenuta un set cinematografico di dimensioni inimmaginabili. Come la
vita è fatta di momenti sublimi e di momenti teatrali così la moda, ha
raggiunto con il potere dei social, un panorama visivo in cui è difficile
seguire una strada. Come nella sabbia è impossibile e vedere le proprie orme
nel mezzo di una tormenta, così diventa difficile poter raccontare un mondo che
per mostrarsi e catturare l’attenzione, sta giocando il tutto per tutto.
Si spiega allora
perché’ il Circo delle famiglie storiche, dei Togni o dei Barnum, è scomparso.
In effetti non ce n’è più bisogno, perché è scomparsa la voglia di
meravigliarsi, perché’ il clown o il prestigiatore sono stati superati da
quelli che fuori e dentro gli show di Dolce e Gabbana o di Moschino o di Gucci
si celebrano ogni anno.
Il mondo “malato
della moda” che già da anni porta in passerella Gucci, dalla sala operatoria a
quello delle camicie di forza, si è auto sublimato in questa follia collettiva
vissuta tra le strade di Milano in cui non si distingue più il pupazzo dalla
bambola, lo stile dal coraggio. E’ come se migliaia di pagine di moda, staccate
dalla forza del vento, abbiano preso vita liberandosi dai giornali e dai
social, per diventare vive nelle vie di Milano che, nonostante tutto, sembra
ancora una volta prendere in mano il destino della moda mondiale.
Un caos gioioso che
ha riempito le strade, nel cui cielo ho visto degli angeli volare. Giorgio
Armani nella sua purezza ha saputo mostrare che gli angeli esistono e la sua
capacità di elaborare il concetto di donna e di bellezza, lo rendono il
Leonardo da Vinci di questo mondo così vulnerabile al potere del brutto. La
leggerezza della bellezza di un grande maestro della moda sa ancora regalare
attimi di grande magia che rasserenano la mente.
Angeli moderni,
completamente diversi, quelli raccontati da Peter Pilotto, il brand inglese del
duo Peter Pilotto e Christopher De Vos, che ha sfilato per la prima volta a
Milano, dopo 12 anni di passerelle a Londra.
C’è voluta
l’intuizione e il coraggio di Maia Guarnaccia, il Ceo del brand inglese, per
portare il brand in questa nuova dimensione in cui l’origine italiana dello
stilista Peter Pilotto ha mostrato come Milano sia ancora il centro di cuore
pulsante del paradiso della moda. Maia Guarnaccia ha voluto fortemente la loro
presenza in Italia, e il duo di Peter Pilotto ha portato una freschezza
internazionale, pulita e leggera di un mondo anglosassone che volente o nolente
noi italiani abbiamo sempre cercato di imitare nella musica come
nell’entertainment più in generale.
Una grande prova di
coraggio e di creatività che ha visto sfilare la donna Pilotto insieme agli
elementi tipici del digital Printing che ha sempre contraddistinto la modernità
di questo brand declinata questa volta anche nella sua parte maschile, che in
linea con il nuovo sentire moderno, può essere vissuta in maniera creativa
insieme ad una maglieria innovativa che segna insieme alle borse il nuovo passo
evolutivo di un brand di cui sentiremo parlare.
Non è un caso che
fra le star e le celebrities (che lo amano) ci siano calibri come Rhianna e la
famiglia reale inglese, e non è un caso che il teatro Manzoni, tempio della
cultura teatrale italiana, l’abbiano accolti con uno show degno di coloro che
faranno la storia.
E se questi inglesi
hanno invertito la Brexit, venendosi a confrontare con la moda italiana, vuol
dire che da un lato capiscono la nostra capacità di elaborare il costume e
dall’altra hanno voglia di venire a vincere qui in Italia per essere realmente
mondiali.
E sicuramente la
loro sfilata è stata un momento di gioia in cui ho rivisto la gioia di vivere
che sorride insieme a colori e la composizioni di una giovane coppia Dolce e
Gabbana del futuro prossimo venturo mescolata al garbo e alla bellezza dei
Missoni della prima generazione, che ha fondato quella Milano della moda negli
anni 80.
Insomma per me una
riconferma dopo che avevo ammirato la loro sfilata a Londra l’anno scorso, e
che avevo apprezzato per la freschezza “londinese” di un modo di vedere la moda
diverso dagli stereotipi.
E di certo non
posso non sottolineare la bellezza della collezione di Elisabetta Franchi che
forse rappresenta il lato migliore di questa evoluzione digitale della moda in
cui essa stessa, con la sua voglia di donna che vive la moda, riesce a catturare
intorno a se la vera popolarità’ di un mercato pieno di donne, che nonostante
tutto, vogliono vivere e mostrare la loro femminilità al pari delle loro mamme
e delle loro nonne che sognavano di vestire alla Marylin o alla Sophia Loren.
Elisabetta Franchi è nella moda italiana l’unica vera interprete del nostro
stile di vita, inteso come ideale femminile che ama farsi ammirare in perfetto
stile italiano.
La bellissima
sfilata, in “Yatch” Style è letteralmente esplosa in una inarrivabile
composizione di capi di una collezione che venderà come non mai perché’ e nata
semplicemente dai desideri di una donna che capisce i desideri delle donne.
E allo stesso modo,
con la stessa logica, l’inarrivabile evento del Pink Plein ha mostrato l’altro
modo contemporaneo di assecondare quei bisogni e quella voglia di ridere e
giocare e di vivere la vita che solo uno come Plein sa fare.
Lui è l’uomo che
incarna il suo brand e la sua mentalità di fare fashion, per quanto sia stata
snobbata agli inizi della sua carriera dai grandi player della moda, oggi sta
ridefinendo il nuovo percorso narrativo del fashion, a cui tutti si sono
piegati.
Il suo evento Pink,
nella sua boutique in rosa, piena di rosa, peluche e zucchero filato e
personaggi usciti da un improbabile parco a tema della Disney, risvegliano la
voglia di vita vera, fatta di gioco fisico e divertimento e ironia, che il
mondo digitale ha trasferito altrove.
Ecco io ho voluto
raccontarvi dei miei Angeli di questa fashion week: Giorgio Armani, Peter
Pilotto, Elisabetta Franchi, e ultimo ma primo fra tutti Philipp Plein che
resteranno nel mio cuore di questa memorabile settimana della Moda in cui ho
visto molti demoni provare ad uccidere la bellezza e lo stile.